venerdì 15 ottobre 2010

Che cos'è P4C - Philosophy for Children


La P4Children è stata avviata negli anni Settanta dal logico americano Matthew Lipman che si è ispirato al dialogo socratico e ad alcuni autori moderni, in particolare Chalrles S. Peirce, John Dewey, Lev Vygotskij, Jerome Bruner. La P4C si pratica perché consente di adottare strategie atte a migliorare i processi di pensiero. Non dunque una attività contenutistica, ma un percorso finalizzato allo sviluppo del pensiero critico e, secondo la formula di Lipman, delle altre due forme di pensiero paritetiche e interagenti: il pensiero emotivo e il pensiero creativo. 


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La Philosophy for children rappresenta una delle più significative esperienze pedagogiche contemporanee. Iniziata negli anni '70 da Matthew Lipman, filosofo di formazione deweyana profondamente interessato a problematiche pedagogiche e fondatore dell'Institute for the Advancement of Philosophy for Children (IAPC), ha avuto ampio seguito e diffusione dapprima negli Stati Uniti e successivamente in tutto il mondo con l'istituzione di numerosi centri e una consolidata sperimentazione del programma.

La Philosophy for children è un progetto educativo centrato sulla pratica del filosofare in una "comunità di ricerca". In quanto tale, si sviluppa in una particolare situazione di cui è responsabile un "facilitatore". Si avvale, inoltre, di specifici materiali didattici: una serie di racconti in forma dialogica in cui i protagonisti, bambini, adolescenti, adulti, animali dialogano su problemi e questioni di natura filosofica, il valore della vita, il pensiero, il rapporto mente-corpo, la verità, la giustizia, emergenti dalla loro esperienza. Ogni racconto è corredato da un manuale per l'insegnante in cui sono fornite indicazioni procedurali e metodologiche funzionali all'approfondimento del lavoro educativo con piani di discussione, esercizi, attività stimolo.
I materiali del curricolo sono pubblicati dall'editore Liguori di Napoli nella collana "Impariamo a pensare".

La metodologia
Modello metodologico di riferimento è la "comunità di ricerca", gruppo di insegnamento-apprendimento in cui è possibile costruire un percorso di ricerca comune attraverso il confronto dialogico e l'articolazione di procedure euristico-riflessive (metodo di approccio alla soluzione dei problemi che non segue un percorso rigoroso ma, affidandosi all'intuito e allo stato temporaneo delle circostanze, consente di prevedere un risultato che resta da convalidare) in riferimento ai temi ed ai problemi individuati in seguito alla lettura dei racconti.

Il ruolo dell'insegnante
L'insegnante, in questo caso, è piuttosto un "facilitatore" del processo di ricerca, che segue e stimola attraverso l'uso di domande aperte, interventi di chiarificazione, approfondimento, ricerca di criteri procedurali comuni e condivisibili senza mai orientare il gruppo verso un obiettivo diverso da quello regolativo di fondo: la fedeltà allo spirito della ricerca e dell'indagine, necessariamente aperta, dinamica e virtualmente interminabile.

Gli obiettivi:
In generale il programma persegue l'obiettivo di fornire un arricchimento culturale e concettuale e, soprattutto, quello di migliorare le abilità specifiche della comprensione, dell'analisi, della soluzione dei problemi, della valutazione critica delle situazioni. Nello stesso tempo, trasformando la classe in "comunità di ricerca", favorisce lo sviluppo in senso democratico della dinamica di gruppo e, quindi, orienta in senso positivo lo sviluppo socio-affettivo.

I racconti:
Elfie ( I-II classe della Scuola elementare)
Kio & Gus (II-III classe della Scuola elementare)
Pixie (IV-V classe della Scuola elementare)



ELFIE, una presentazione della dott.ssa Maura Striano

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